Come sacerfdote che fa volontariato mi trovo un po' tra due mondi. Da una parte quello del servizio manuale, come gli altri volontari. Dall' altro quello ministeriale, che qui, in un luogo di fede vissuta, in mezzo a suore che non possono contare su un cappellano fisso, e' spesso sollecitato. Ma non solo dalle suore, bensi' anche da volontari. Questo mi fa capire che a Calcutta difficilmente si resta freddi e indifferenti a livello di spiritualita'. Le sollecitazioni al servizio della Confessione in particolare mi rivelano che qui la sofferenza suscita interrogativi, che qui il fatto di venire a servire e' spesso legato alla ricerca della propria via nella vita, che qui la vita religiosa delle suore e' un impegno intenso i santificazione personale nella generosita' totale, in continua crescita. Anche tra noi, come accennato a proposito del PUNTO, si riconosce che i servizi offerti ai poveri sono piu' occasione per rimettere in questione se stessi e la propria fede, che azioni per rendere il mondo migliore. Perche' qui non ci si puo' cullare nell'illusione di riuscire a cambiare il mondo! Qui Madre Teresa ci insegna che l'unico cambiamento che possiamo sperare di realizzare e' un passo in piu' sulla via della nostra conversine. E per fare questo ci si accorge presto che c'e' bisogno della Grazia divina invocata nella preghiera. Dalla preghiera, attraverso la conversione, si puo' cominciare a lasciar passare un po' piu' l'amore su quanti incontriamo. Madre Teresa ha fatto questo con radicalita' e in modo definitivo. Ed intorno a lei sono fiorite delle oasi di pace e di bonta'. E' stato cosi' per tutti i santi chiamati da Dio a "marcare la sua presenza" nella storia: s Paolo, s Benedetto, s Francesco, per citare solo alcuni famosi.
Che il Signore ci aiuti a capirlo veramente e ad accettare di fare il nostro passo e di aprirci alla sua Grazia in modo sincero, perche' Lui possa poi fare il resto.
Don Paolo
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