giovedì 2 dicembre 2010

"Lascia che Dio ti usi senza consultarti"

Ieri ho riletto il diario (il diario di Calcutta è un tesoro da conservare gelosamente!) che ho scritto nel 2003 in occasione del mio primo campo di lavoro a Calcutta. Ho rivissuto le emozioni e le sensazioni provate che ho descritto minuziosamente giorno per giorno e che, ne sono certo, rivivrò fra un mese quando sarò nuovamente a Calcutta a fare il volontario nelle case di Madre Teresa.
Ringrazio il Signore per queste esperienze al “suo” servizio in favore dei più poveri fra i poveri. Quest’anno sono inoltre particolarmente contento di ripetere quella mia prima esperienza con il gruppo rover e capi della sezione scaut di Massagno con il quale ho condiviso i primi tre campi di lavoro a Puri, Rutongo e Kera’y.

Questo quarto campo di lavoro chiude un cerchio che si è aperto a Puri nel 2004/05 presso il lebbrosario di Padre Mariano, continuato idealmente a Rutongo nel 2006 con l’aiuto alle vedove del tragico genocidio che ha colpito il Rwanda nel 1994 e poi a Kera’y nel 2008 /09 dove abbiamo fatto felice una comunità di campesinos paraguayani ricostruendo la loro chiesa più grande e più accogliente.


A Puri, oltre all’animazione con gli scaut e i ragazzi del lebbrosario, abbiamo ridipinto la cucina e le facciate degli atelier e costruito una fontana al centro del giardino interno del Centro di Spiritualità che ci aveva ospitati e che non era ancora terminato.



A Rutongo abbiamo pitturato internamente ed esternamente il nuovo edificio costruito dall’associazione ticinese “Insieme per la pace” per offrire nuovi spazi all’associazione delle vedove dove installare una banca etica, la farmacia che vende medicine naturali e alcuni atelier.



A Kera’y abbiamo contribuito a sistemare l’esterno della chiesa ricostruita sul luogo di quella vecchia parzialmente distrutta da un uragano. Ci siamo impegnati particolarmente a costruire un campanile.



Il servizio di volontariato a Calcutta è qualcosa di più e di diverso delle B.A. che abbiamo fatto nei campi precedenti.
A Calcutta non useremo le mani per lavorare con pennelli, pale, picconi, martelli, ecc., ma ci sforzeremo di essere anche noi, come ci ha insegnato Madre Teresa, delle piccole matite nelle mani di Dio per riuscire a offrire un sorriso ai poveri e agli ammalati che incontreremo.
Madre Teresa ha detto: "Ogni giorno c'è una specie di miracolo. Non passa giorno senza che ci arrivi una delicata attenzione di Dio, un segno della sua sollecitudine. Il miracolo più grande è che Dio si serve di piccole cose come noi. Ci usa per fare il suo lavoro, lascia che Dio ti usi, senza consultarti".


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