domenica 19 dicembre 2010

Perché Calcutta?

Ho raccontato ad un amico del nostro progetto di campo di lavoro a Calcutta e lui mi ha fatto questa osservazione: “Ma che senso ha andare così lontano, quando i poveri e i bisognosi esistono anche qui da noi? E poi, perché portare la nostra cultura occidentale a un popolo che ha altre abitudini e credenze?”

Sono osservazioni certamente giuste. La carità, che è amore, dobbiamo saperla vivere in ogni momento della nostra giornata. Con tutte le persone che ci stanno accanto, in famiglia e sul lavoro. Anche quelle che non ci vanno a genio. Forse sarà più facile metterla in pratica a Calcutta…

La riflessione del mio amico, però, non mi ha lasciato tranquillo. Mi ha dato da pensare e ho trovato cinque ragioni per le quali credo per me sarà importante il viaggio in India.

1. Porteremo ai poveri di Calcutta soldi, medicine, vestiti. Qualcosa per alleviare un po’ le loro sofferenze. È un gesto condiviso con tutti quelli che ci hanno aiutato con donazioni e che ci accompagnano con le preghiere e il pensiero.

2. Ci inseriremo nel grande progetto voluto da Madre Teresa. La sua opera può esistere anche grazie al contributo dei molti volontari che vanno a Calcutta da ogni parte del mondo e che aiutano le Missionarie della Carità nella loro opera quotidiana.

3. Sarà un modo per concretizzare l’ideale dello scautismo. Potremo mettere in pratica l’ultimo messaggio del Buon Vecchio Fondatore: “cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non lo avete trovato.”

4. Stando assieme e potremo condividere la nostra esperienza, le nostre riflessioni, le nostre ansie e le nostre gioie. Sarà una tappa sulla strada dello scautismo adulto.

5. Vivremo nei luoghi di Madre Teresa, la santa della carità. Potremo cercare di capire il suo messaggio, la sua vita, la sua fede. E sarà certamente l’occasione per far crescere anche la nostra, di fede.

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