lunedì 3 gennaio 2011

Alcune note sul secondo giorno di servizio a Premdan

Faccio fatica a tenere il passo con il blog, quando torniamo a casa sono sempre stanchissima e filo dritta in albergo a riposare piuttosto che andare all'Internet Point. Ci sono pero un paio di osservazioni che voglio condividere...
Come molti hanno detto il secondo giorno di servizio e' stato piu tranquillo del primo:  sapevamo gia' che miseria e sofferenza avremmo incontrato, eravamo pronti. Due momenti sono stati particolarmente forti: il primo e' stato quando ho preso le mani di una donnina che mi guardava con i suoi occhioni e ...che  choc!!  Aveva le mani uguali identiche a quelle di mia madre, solo piu scure!! La cosa mi ha profondamente colpita: ho avuto la consapevolezza che quella donna avrebbe potuto davvero essere mia nonna , mia madre, avrei potuto essere io stessa...non so spiegarlo, ma da quel momento mi sono sentita molto vicina alle donne di Premdan.
il secondo momento e' stato quando abbiamo improvvisato  una festicciola: una delle donne indiane ha messo su musica indiana, un'altra ha portato dei tamburi e si e' messa a ballare seguita da tutte le volontarie. Alcune delle ospiti  si sono alzate e hanno iniziato a dimenare i fianchi ossuti, altre battevano le mani, a quasi tutte siamo riuscite a strappare almeno un sorriso.  E' stato un momento bellissimo: era la festa della vita, che supera qualsiasi sofferenza e malattia.

Il pomeriggio per la prima volta mi sono avventurata da sola per le vie di Premdan decisa a trovare un dizionario inglese-hindi. Ovviamente, dato il mio pessimo senso d'orientamento,  dopo pochi metri mi sono persa e ho quindi chiesto a un uomo-cavallo di portarmi alla libreria. seduta in bilico sul riscio ho avuto modo di osservare l'atteggiamento degli indiani e sono rimasta colpita dalla profonda solidarieta che hanno fra di loro: una macchina stava facendo retromarcia e non si era accorta che dietro era accovacciato un indiano a lavorare e stava per andargli addosso. Praticamente tutta la strada si e' messa a urlare contro la macchina per farla fermare.  allo stesso  modo l'uomo-cavallo non era molto sicuro di dove si trovasse la libreria e presto si e'  creato un capanello di indiani attorno a noi per spiegargli la giusta strada.

Buon anno nuovo a tutti!!

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