sabato 8 gennaio 2011

La serenita' delle suore

Nel suo racconto "La giornata di uno scrutatore", Italo Calvino racconta della sua esperienza nel seggio del Cottolengo di Torino. Sono gli anni '50 e il comunista Calvino e' chiamato come scrutatore nel grande istituto piemontese. Qui, prima del voto, deve controllare i passaporti delle suore. Rimane stupito dalle loro fotografie tanto da leggere, dietro a quei volti, l'immagine di una grande serenita' e tranquillita'. E poi le paragona con le sue, di fotografie. Una faccia sempre "tirata", il viso che rileva una serie di nevrosi e di preoccupazioni.
Mi e' venuto in mente questo episodio l'altra sera, durante l'adorazione. Avevo come sempre davanti a me alcune delle Missionarie della Carita' e leggevo sui loro volti tutta la tensione verso l'ostia consacrata, ma anche la gioia di poter essere li'. E dire che si alzano alle 4.40 del mattino e lavorano ininterrottamente tutto il giorno: 4 ore di preghiera e 7 di aiuto ai piu' poveri. Una vita di sacrifici, eppure la sera sono ancora fresche e con il volto radioso di chi sta facendo una gita di piacere. C'e' proprio da domandarsi come possano fare.
Una risposta l'ho trovato sul libro di Malcolm Muggeridge "Qualcosa di bello per Dio", pubblicato negli anni '60. "Le suore vogliono offrire tutto a Dio. Sanno molto bene che e' per Cristo affamato, per Cristo nudo, per Cristo senza tetto che compiono questo passo. E questa convinzione, questo amore e' cio' che spinge a comunicare la gioia. Questa e' la ragione per cui le vedi sempre liete. Non sono costrette ad essere gioiose: sono naturalmente felici perche' sono consapevoli di aver trovato quello che cercavano."

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