giovedì 6 gennaio 2011

Un altra giornata a Calcutta...

Calcutta, 5 gennaio 2010

La scorsa notte mi e` sembrata meno rumorosa del solito e sono riuscito a dormire bene, cosi` alle 5.40 decido di non ignorare la sveglia. Esco dall`hotel e camminando verso la casa madre vedo delle scene che ormai mi sono famigliari: mucchi di rifiuti in fumo, gente ancora avvolta nelle coperte per strada, altri gia` al lavoro stanno trasportando merce ai mercati. Il traffico e` ancora poco intenso, ma la cappa di smog sembra nebbia.
Alla messa in casa madre ci sono particolarmente tanti volontari.
Dopo colazione mi incammino per Prem Dan. La stessa strada che giorni fa avevo percorso da solo con la paura di perdermi, ora e` quasi familiare e mi trovo a mio agio tra la gente. C`e` chi porta i bambini in uniforme a scuola, chi cerca qualcosa a uno dei numerosissimi mercati di strada, chi sempliemente abita in strada...
A Prem Dan dapprima salgo sul tetto a strizzare i vestiti dei pazienti mentre ne approfitto per scambiare qualche parola con i volontari appena arrivati da Argentina e Australia. Finito questo lavoro scendo e comincio a lavare con gli altri il pavimento del cortile interno, ma visto che siamo in tanti lascio fare ai nuovi arrivati piu` desiderosi di avere qualcosa da fare...
Non riesco ad attraversare il cortile che qualcuno mi chiede acqua, un`altro paziente ha bisogno di andare al bagno, un`altro ancora chiede che lo sposti al sole.
Finalmente riesco a sedermi accanto al mio paziente preferito, un piccolo uomo grassoccio, quasi paralitico che e` li` da ben 10 anni. Trema per il freddo, io lo sfrego vigorosamente, lui ride per il solletico. Sa un po` l`inglese e mi spiega come si dice ''freddo'' in bengali, provo a dirlo io, ride di nuovo.
Alla pausa dei volontari assieme al te ci sono delle patate bollite, ne mangio una e mi viene in mente la raclette. Il cibo indiano comincia a stufarmi..
Per pranzo i pazienti ricevono assieme all`immancabile riso, del pesce. Temo che qualcuno si strozzi con le spine affilatissime. Comincio a togliere le spine dal pesce nel piatto di un paziente messo maluccio.
Alla fine del pasto ci sono lische di pesce e resti di cibo ovunque, fortunatamente ci pensano i corvi a fare le pulizie poi basta un colpo di scopino...
Alle 14.00 accompagno Sandro in posta per spedire un bel malloppo di lettere e cartoline. E` un specie di show. Nel locale sta funzionando un generatore e tra rumore e puzza non si riesce quasi a comunicare con l`impiegato oltre il bancone. E` semi handicappato e conta i francobolli 3 volte, poi non sicuro del risultato li fa contare anche ad un cliente in coda...
Rientrati all`hotel mi unisco ad un drappello per andare a vedere il tempio della Dea-Kali. Attraversiamo tutta la citta` nel momento di massimo traffico. Il tempio non e` niente di speciale, ma il viaggio ci rende l`idea della vastita` di Calcutta. L`inquinamento in strada e` altissimo, mi brucia la gola. Come puo` un`uomo vivere in una citta` del genere tutta la vita?!
Dopo cena esco ancora un attimo con Gepa a dare qualche pezzo di Nan, frutta, farmer e caramelle alle famiglie che dormono in strada di fronte all`hotel... Anche oggi sento di aver vissuto una giornata piena, di essere riuscito a dare qualcosa, di aver ricevuto tantissimo.

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