mercoledì 5 gennaio 2011

Flashes in patchwork

Gli scolari in divisa ... in mezzo ai tuguri.
Il 3 gennaio le scuole si sono riaperte. Percio' i bambini e i ragazzi hanno ripreso a circolare per le strade con le loro belle divise. Ogni scuola infatti si distingue dalla propria tenuta. Da quelle semplici: gonna e giacchettino blu, camicia bianca e cravatta dritta blu, a quelle piu' elaborate: calzoni eleganti, blaser boreau con stemma ricamato sul taschino, camicia e cravatta. Camminando per andare a Prem Dan sul marciapiede della ferrovia, tra le rotaie del treno e il muro dello slum, ecco apparire una bambina di ca 8-9 anni, gonnellino grigio con i plisse', camicetta bianca, cravatta intonata al giacchettino pure grigio, nastrini tra i capelli. Che contrasto. Viene da domandarsi: ma da dove sbuca?

Marginalita' anche tra poveri
Sempre andando a Prem Dam, l'altro giorno, seguendo un volontario indiano, membro di una congregazione irlandese, che ci propone un itinerario alternativo. Ci troviamo a passare sul cavalcavia stradale sopra la ferrovia. Oltre il marciapiede c'e' lo slum: al margine le capanne fatte di pezzi di bambu' che sostengono strati di plastica mal legat insieme, viuzze sporche di immondizie, squarci di tele plastificate aperte che lasciano intravvedere scene di vita familiare: una madre che pettina la figlioletta di 11 anni. Un'altra che si fa aiutare dai bimbi di eta' di asilo a tagliare delle foglie e delle verdure: il pasto frugale del giorno o merce da vendere? Due bambini che giocano a lanciarsi un oggetto indefinibile. Dietro a questo bordo di capanne precarie le casette con le tegole: povei tetti contigui, tutti storti e mal sistemati. Ma sono comunque casette, sporche, sbrecciate nei muri, con tegole rotte e persiane sghembe. Ma che alla stagione dei monsoni daranno un po' piu' di protezione. Anche tra i poveri, i piu' poveri sono al margine ...

Uno sguardo differente
Sempre camminando su quel marciapiede del cavalcavia sopra la ferrovia, seguo l'altra mattina, un gruppo di novizie delle Missionarie della Carita' (sari semplice tutto bianco). Ecco che ci troviamo a dover superare una povera donna, seduta per terra, i capelli scompigliati, i vestiti laceri. Grida con voce roca, ha gli occhi perduti nel vuoto, sembra fuori di testa. Le suorine si fermano e si voltano. Colgo nei loro occhi una profonda commozione, una luce diversa dal nostro semplice stupore compassionevole. Per loro e' Qualcuno!
Forse arrivando a Prem Dam (mancano meno di 100 m) la segnaleranno a una sister professa. Non avendo accesso al reparto delle donne non potro' sapere se quella povera disperata ha trovato accoglienza. Ma quello sguardo mi dice tanto sulla chiamata interiore di queste donne. C'e' ancora dentro il "Va e fa qualcosa per me!" sentito da Madre Teresa su quel treno di ritorno dagli esercizi spirituali nel lontano '46.

Il benessere che vizia
Voglio entrare nel negozietto che vende ricordini di Madre Teresa per cercare se c'e' il libro delle sue preghiere. Ma non posso spingere la porta. Dentro ci sono alcune famiglie di indiani molto ben vestite, con i loro bambini. Viciono alla porta vi e' uno stander con varia merce appesa e anche qualche macchinina giocattolo. Un ragazzetto e' tutto occupato a staccarne una. Poi la mostra al papa' che lo rimbrotta, vorrebbe fargliela rimettere a posto, ma il ragazzetto insiste col broncio e il papa' cede. Mi sembra di essere improvvisamente tornato in Europa ...

Discrezione o indifferenza?
Che questa citta' e' come un formicaio e' gia' stato detto. Camminando in queste stradine e stradone tantissima gente e' in movimento. Chi e' fermo aspetta di fare qualcosa: prendere il Bus o il taxi, aspetta i clienti da trasportare col rik shaw o col taxi o col motorikshaw, aspettare di fare la riparazione ad un orologio o ad una moto, vendere una tazza di the o un paccetto di tabacco da masticare. Nelle ore di punta, come quando torniamo da Prem Dan o alla sera e' tutto un via vai di gente indaffarata: chi trasporta merce sulla testa, o col carretto, o col camioncino, chi va e chi viene, chi mangia al margine della strada ad un "bar - tavola calda" locale, chi traffica attorno al motore di una moto smontato, chi rifinisce uno sgabello di legno scolpito, chi si lava ad un lavatoi o pubblico (se appena un po' grande ne trovi anche 5-6 alla volta), chi attraversa la strada con il carico sulla testa, chi passa in abito elegante, moto che vanno e che vengono, auto, taxi, camion, bus, bicilette, rik shaw tirati a mano o spinti a biciletta... in un formicolio indescrivibile, ma che alla fine si scioglie senza ingolfarsi. Ciascuno per la sua strada. Nessuno che si scompone! Ciascuno dritto davanti a se' facendo attenzione a non urtare e a non essere urtato. Ma nessuna reazione ai clacson o campanelli che squillano! Da noi sarebbe un inveire continuo, un agitarsi, un farsi segnacci ...
Questo non scomporsi, che in parte da' sicurezza perche' ci passi in mezzo e ben pochi ti interpellano o ti squadrano con occhio minaccioso o lusingante, nemmeno se ti fermi a fotografare, questa tranquillita' e' discrezione (io faccio i fatti miei come posso, devo o voglio, e lascio che tu faccia i tuoi) o indifferenza (io ho la mia strada, il mio karma da assolvere e non mi interessa del tuo)?
Madre Teresa comincio' a interessarsi delle persone derelitte, delle piu' abbandonate, con un occhio differente e un cuore aperto. Come l' "I care!" di don Milani, in opposizione al "Me ne f..." di un certo duce...

La forza dell'amore
Queste suore, chiamate a lasciare tutto e a consegnarsi al Signore interamente, rispondono ad un amore che e' il piu' forte. E' questo amore che permette loro di prendersi cura di chi ha le piaghe invase da ... , di pulire una, due, tre, e ancora volte al giorno la stessa persona incontinente, senza vacanza, nei mesi estivi con un caldo torrido, pronte a fare questo qui o tra due giorni in un altro continente, se la superiora chiama. Quell'amore che si scambia in ginocchio davanti al Santissimo sacramento, dopo una giornata di preghiera e lavoro iniziata con la sveglia alle 4.40, in una cappella assordata dal traffico delle 18.30 su una strada principale (altro che i pianti o il muoversi di qualche bambino piccolo a Messa)! Come fanno a non distrarsi? A non volgere altrove lo sguardo? E' che sono sempre affascinate da quella Presenza Reale, benche' misteriosa, che e' Colui che si dona tutto per amore, li', attraverso quel pane offerto e spezzato per la salvezza del mondo.
Madre Teresa, aiutaci a percepire anche noi un poco di quell'Amore che puo' aiutarci a donarci con generosita' e perseveranza. Aiutaci a percepirlo con profondita', cosi' da non distrarci, la' dove e' presente e si comunca: nella Parola, nel Pane e nel Povero!

Il lievito del Vangelo
Pensavo che fossero dei volontari, quei giovani bianchi incrociati a Sudder Street, ciabatte di cuoio locale, calzoni e camicia in cotone leggero arancione, rasta, barba legata a fiocchetto ... ma non li ho visti alla Messa, ne' nelle case dove abbiamo lavorato (benche' siano solo due). Ed erano anche rari per strada. Invece alla Messa e nelle case si trovano giovani con altri occhi, volti puliti, abbigliamento semplice, sorriso discreto o aperto. Gli occhi e il sorriso, soprattutto, alla mattina dopo la Messa, e nelle case durante il servizio (tranne qualche giovanotto ancora malato di attivismo, deluso perche' c'e' poco da fare) fanno sperare in un presente ed un futuro diversi. Se' e' pur vero che anche loro non sono che una goccia nell'oceano di una gioventu' dei paesi benestanti piuttosto sbandata, superficiale, materialista, ecc. , sono una realta' importante. Chi ha maturato la determinazione per venire qui, deve essere uscito da un terreno sano (famiglie, gruppi, movimenti, che certamente in casa propria lascia germogliare altri bei frutti di impegno. Giovani generosi, in ascolto di quello che il Signore dice nei cuori, in ricerca di una via luminosa per la propria vita.
Si' c'e' da pregare che questi gesti non siano parentesi belle, e che poi i giovani non si lascino risucchiare dal conformismo consumista. Ma c'e' da rendere grazie per quello che sono e che fanno. Sono un presente di Chiesa che puo' illuminare anche il futuro.
Grazie, Madre Teresa, che con il tuo si' radicale al Padre, come quello di Maria, anche tu riesci a suscitare questo lievito. Signore, che possa essere il lievito del tuo Regno!

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